Sabato 26 maggio l’Associazione Italiana Travel Blogger si trovava a Bologna in occasione del Festival del Turismo Sostenibile IT.A.CÀ, evento al quale AITB ha partecipato in veste di media partner.
Per seguire il ricco calendario di appuntamenti dislocati in varie location che hanno fatto di IT.A.CÀ un evento diffuso, i blogger si sono distribuiti nella città, intercettando gli incontri che sentivano maggiormente nelle proprie corde di viaggiatori. A fine giornata non è mancato un momento di confronto per scambiarsi impressioni ed emozioni. Secondo tutti si è trattato di momenti di discussione dal valore altamente formativo, perché capaci di proporre un nuovo modo di guardare al turismo, non soltanto come risorsa economica ma soprattutto come possibilità di incontro e di dialogo fra comunità diverse e come uno strumento inclusivo che abbia come parole d’ordine l’accessibilità, il rispetto, la condivisione.
Per la presidente Monica Nardella “Tra gli appuntamenti di IT.A.CÀ sicuramente quello più emozionante è stato “I Fantastici 5 sensi: abbattere barriere fisiche. Scopri i segreti dell’ospitalità domestica accessibile e inclusiva superando le barriere fisiche della tua casa”. L’incontro, a cura di Local Pal e Farm/L’Altro Spazio, si è articolato in un istruttivo percorso sensoriale per immedesimarsi nei viaggiatori con disabilità. Dopo aver scritto le parole che per noi sono sinonimo di accoglienza (Local Pal significa “amico del posto” ed è un’associazione che aiuta gli host bolognesi a pianificare al meglio l’attività di accoglienza sia dal punto di vista burocratico che pratico), ci siamo accomodati con delle cuffie che ci hanno isolato dal resto della sala per capire le difficoltà di comunicazione di persone con disabilità uditiva. Imparare a dire il nome dell’ospite con la lingua dei segni o parole davvero basic strettamente connesse all’accoglienza può significare per il viaggiatore un’attenzione gradita – perché non scontata – da parte dell’host. Un “caldo abbraccio” al momento del check in aiuta ad abbattere immediatamente qualunque barriera e soprattutto il pregiudizio che la disabilità possa essere complessa da gestire per il proprietario di una struttura. Il percorso tra i 5 sensi si è concluso con la preparazione della valigia da bendati: un modo per entrare in empatia con la disabilità visiva e capire che ciò che è scontato per noi, per altri non lo è affatto. I sioux dicevano “prima di giudicare una persona cammina tre lune nelle sue scarpe”. Grazie a Local Pal e Farm|L’Altro Spazio e, soprattutto, a IT.A.CÀ che ha spalancato le sue porte a progetti virtuosi, l’ospitalità domestica diventa finalmente accessibile e inclusiva”.
Fiammetta Raise e Leonardo Prili hanno invece approfondito un aspetto diverso, quello legato “all’importante lavoro svolto da Migrantour in Italia. I Migrantour sono dei percorsi che conducono alla scoperta di vie e piazze multiculturali delle nostre città, con l’aiuto di guide d’eccezione, cioè cittadini di origine straniera. I Migrantour vogliono essere un’occasione di incontro fra diverse culture ed un aiuto all’integrazione attraverso la cultura e la scoperta dell’altro. È importante non trasformare il folklore in uno strumento di marketing, bensì considerarlo una chiave di lettura delle popolazioni che convivono con noi. Alla conferenza hanno preso parola tante guide provenienti da diverse città (Milano, Torino, Genova, Catania, Roma, Firenze, Cagliari, Pavia, Napoli e Bologna) per raccontare con entusiasmo i risultati raggiunti grazie a questo bellissimo progetto e per farsi ambasciatori del messaggio che IT.A.CÀ vuole lanciare in Italia: l’idea di un turismo etico e rispettoso dell’ambiente e di chi ci vive”.
Per Camilla Areddia la partecipazione ad IT.A.CÀ più che una scoperta è stata una conferma.
“Già prima di partire pensavo a una giornata molto interessante, per conoscere aspetti del turismo responsabile che ancora ignoravo.
Davvero istruttivo è stato il seminario “Bologna e il turismo che cambia!”. Si parlava di inclusione sociale e ho capito quanto, nella mia vita da viaggiatrice, io tenda a dare per scontate tante (troppe) cose. Le cose più banali, come preparare una valigia o il caffè, possono non essere facili e l’inclusione diventa importantissima anche a livello turistico.”
Maria Luisa Roncarolo e Claudia Boccini, dal canto loro, hanno seguito gli incontri sull’overtourism che si sono svolti nell’impareggiabile cornice delle serre dei Giardini Margherita, recentemente rinnovate.
“Un incontro – per Maria Luisa molto positivo – in cui si sono evidenziate le soluzioni possibili al problema delle destinazioni turistiche italiane più famose che ogni anno vengono prese d’assalto dai turisti di tutto il mondo.
I conseguenti problemi di convivenza con i residenti e i comportamenti poco rispettosi da parte di alcuni ospiti, stanno creando un malcontento generale da parte della popolazione locale e, a volte, perfino danni al patrimonio artistico e naturalistico del nostro paese.
Per non parlare degli edifici religiosi che diventano mero oggetto di visita perdendo del tutto la loro accezione di luoghi di culto e di fede.
Un’alternativa a questo approccio sbagliato può venire dall’educazione al viaggio: brevi corsi realizzati in maniera informale per indirizzare verso il rispetto della destinazione e delle sue risorse.
Le altre soluzioni proposte coinvolgono la sharing economy, vista come opportunità di scambio con la popolazione locale, ma che va comunque regolamentata, e puntano alla deviazione dei flussi turistici sui dintorni. Quindi organizzare percorsi alternativi allargando l’area di visita e producendo così un indotto interessante anche nelle località vicine, ad oggi, pressoché sconosciute ai più”.
“Turismo come promozione del territorio e come volano per l’economia, come possibilità di incontro e condivisione” Questi alcuni degli aspetti colti da Claudia Boccini insieme all’importanza di un “turismo etico, sostenibile, inclusivo, verde, low-cost. In Italia di turismo si discute parecchio, d’altra parte sarebbe impossibile fare altrimenti in un Paese talmente ricco di mete e possibilità turistiche come il nostro, che detiene il maggior numero di Patrimoni Unesco su scala mondiale e che può contare su un’offerta quasi infinita di città, borghi d’arte e ambienti naturali. In tale contesto, l’overtourism lancia una sfida grande e chiede una risposta altrettanto articolata, che coinvolge tutti gli attori del turismo: oggi la facilità di raggiungere destinazioni più o meno distanti tende a creare fenomeni di sovraffollamento diffuso ed incontrollato di cui ne fanno le spese sia le grandi città d’arte quanto i piccoli borghi, come quelli delle Cinque Terre, in cui in alcuni periodi dell’anno il rapporto turisti/residenti diviene svantaggioso per questi ultimi e porta l’ecosistema sociale prossimo al collasso. Come si può rispondere a questo squilibrio? Trovare le risposte è una sfida complessa per gli operatori e le istituzioni. E noi, per essere travel blogger ancor più consapevoli dei territori che narriamo, ne dobbiamo tenere conto”.