Cari Associati, oggi vogliamo pubblicare il contributo di Corrado, uno psicologo che, nel fare un’analisi molto interessante del ruolo del travel blogger nell’attività di promozione turistica, si è chiesto chi sia, cosa faccia, come si relazioni un blogger verso il lettore, potenziale viaggiatore, e verso un ente che intenda valorizzare il proprio territorio. Ma nel suo contributo Corrado è andato oltre: non si è limitato parlare del singolo travel blogger ma ha sottolineato l’enorme portata innovatrice della nostra associazione rispondendo alla domanda “…ma in definitiva, perché AITB?”
Il nucleo intorno al quale può nascere la collaborazione tra i travel blogger riuniti nell’associazione e gli enti, le persone e le organizzazioni che a vario titolo e in vari modi si occupano di promozione del territorio e turismo, è indubbiamente la risonanza che l’attività dei blogger ha in canali che coniugano la cultura digitale e quella cosiddetta “social”. L’attività del travel blogger è indissolubilmente legata alle piattaforme e alle modalità di comunicazione in vari modi raccolte sotto l’etichetta “social”, cioè sotto quella particolare forma di comunicazione e aggregazione e scambio che sfrutta come “luogo” e come “mezzo” la rete Internet.
È fin troppo evidente che enti e persone che si occupano di promozione turistica utilizzano già da tempo internet come vetrina in cui presentare un prodotto, una “cartolina” di un luogo, o semplicemente un’offerta commerciale. Internet è lo “scaffale” virtuale dove viene posato il prodotto in attesa che il cliente (il turista, il viaggiatore) lo noti. Vediamo ogni giorno su internet, così come in tv o sui giornali, cartoline di bellissime spiagge, sole, oppure opere d’arte, metropoli, o montagne, o terme ed altro…
Qual è quindi la peculiarità del travel blogger?
Che cosa ha di diverso da questo tipo di promozione indubbiamente efficace ed esteticamente molto attraente?
Il blogger narra. Più precisamente il blogger narra la Meraviglia.
La propria meraviglia nello scoprire posti nuovi, che non conosceva, o che rivive in un modo nuovo, personale. E narra la Meraviglia di quello che c’è, la meraviglia con la M maiuscola, quella che rende una strada, un tramonto, un lago, qualcosa di speciale, qualcosa di vissuto, qualcosa di personale, qualcosa di poetico nel senso più semplice, più scevro da altezzose velleità artistiche.
Il travel blogger non confeziona pacchetti promozionali o commerciali, ma viaggia in prima persona e fotografa e racconta momenti e scorci di realtà, situazioni, luoghi, oggetti, visti e vissuti attraverso la prospettiva e l’intensità emozionale che una bellissima cartolina, un prospetto promozionale, pur essendo funzionali ad altri scopi, non possono avere.
Narrando, il blogger trasforma un luogo in un’esperienza, una ricostruzione di ricordi, sensazioni, emozioni, insieme con scelte pratiche e piccole cose quotidiane, che compongono tutte insieme l’esperienza del viaggio.
L’esperienza permette al lettore, a chi fruisce di un blog, di andare oltre quell’attimo di piacere estetico che si prova di fronte ad una bella cartolina, un manifesto, una foto; questi elementi visivi diventano parte di un racconto che coinvolge e proietta per qualche minuto, o per un tempo più lungo, il lettore, che è anche potenziale viaggiatore o turista, in un’esperienza, in una sensazione, in un’emozione, che può diventare un sogno e, infine, un progetto di viaggio.
L’esperienza professionale del blogger si propone quindi come un ponte, per scardinare la staticità del momento in cui il turista sogna una meta o la osserva per qualche minuto in un’immagine. Il blogger è una sorta di ELASTICO che porta il territorio, l’evento, tutto ciò che rappresenta una meta… porta la meta presso il potenziale fruitore, grazie allo sguardo personale, ma professionalmente qualificato, del viaggiatore-blogger. Questo sguardo, questo racconto, raggiunge l’utente attraverso la pervasività dei dispositivi mobili e dei social network.
La prospettiva del viaggiatore-blogger è particolarmente incisiva perché coerente con la forma intima, emozionale e allo stesso tempo concreta, tipica della comunicazione nei social network.
L’esperienza del travel blogger, qualificata professionalmente, integra l’attività professionale delle persone e delle organizzazioni che si occupano già di promuovere il territorio.
Si può, infatti, strutturare in maniera condivisa l’itinerario di un viaggio e le sue priorità, in modo tale che chi si occupa di promuovere il territorio, la meta, possa esaltare la propria professionalità nel mettere a fuoco peculiarità del territorio stesso.
Ma questa interazione è altrettanto importante ed utile per dare supporto informativo ed operativo al potenziale fruitore coinvolto dalla lettura di uno o più blog facenti capo ad iscritti AITB, e dei relativi “racconti live”. Questo passaggio è cruciale quanto forse al momento sottovalutato, ed andrebbe affrontato in fase progettuale, in vista di ogni esperienza di collaborazione.
Travel blogger… ok… ma perché in definitiva AITB?
AITB, per superare un approccio amatoriale in favore di un impegno e di un’esperienza qualificati dal punto di vista professionale.
AITB anche perché è sempre vero che l’unione fa la forza: l’integrazione dei singoli blogger professionisti all’interno dell’associazione amplifica la risonanza del lavoro dei singoli.
Introduzione di Monica Nardella, Presidente AITB
Testi di Corrado Morgese, psicologo
Bellissimo post anche se sono una giovane blogger (non d’età!), concordo a pieno. Credo che il bello stà proprio nel saper raccontare le proprie emozioni in viaggio come dico io. Lo vedo anche nei blog tour pur vivendo la stessa esperienza ognuno la racconta in modo diverso.