Oggi conosciamo Roberta Zennaro, fondatrice del blog Gamberetta.it
Che tipo di viaggiatrice sei?
Razionale e romantica. Toro ascendente Scorpione. Tradizionalista perché prendo appunti in giro e scrivo ancora il diario dei miei viaggi in tempo reale, con carta e penna. Ma guai a chi mi toglie lo smartphone!
Premesso che tutti i viaggi sono speciali, qual è quello che hai maggiormente nel cuore e quale invece è ancora un sogno nel cassetto?
Il mio cuore è in Asia, in assoluto il continente dove vorrei passare tutto il mio tempo in viaggio ma a livello emozionale penso ai viaggi nel deserto, che mi hanno dato tantissimo. Mi hanno lasciato a bocca aperta davanti alle meraviglie della natura e alle opere dell’uomo che, dove può, rende abitabile la terra arida per eccellenza. Anzi la rende un posto ospitale, non solo nelle oasi, e magari arriva a costruirvi templi dove parlare con il proprio Dio. Ho fatto due – tre viaggi con tenda e fuoristrada: Libia, Sudan, Mongolia. Se finiranno alcune guerre in corso e se la mia schiena smetterà di dolere ne farò un altro, in Algeria, Niger o Mali. Inshalla.
Quando è nato perché il tuo blog?
Gamberetta è nato nell’agosto 2011, al ritorno dal suddetto viaggio in Mongolia, epico e illuminante, dopo ripetute richieste di amici che mi chiedevano cosa facevo e dove andavo.
Quali sono gli argomenti su cui punta maggiormente il tuo blog?
Gamberetta è la storia della mia vita attraverso i viaggi, una componente essenziale della mia esistenza. Uso parole semplici e immagini per raccontare e documentare esperienze in luoghi vicini e lontani con curiosità e apertura mentale. Descrivo gli incontri con gli abitanti di un posto con cui riesco a fare due chiacchiere; desidero emozionare chi in quei posti è già stato e chi ci vorrebbe andare. Gli aspetti culturali, storici e artistici sono i miei preferiti, assieme ovviamente alle specialità locali, soprattutto enogastronomiche ma anche artigianato, tradizioni, usi e costumi. Un posto speciale nel blog è destinato a Venezia e Milano, mie città d’origine e d’adozione.
Lasciando da parte per un attimo il blog, usando tre aggettivi prova a dirci chi sei
Tenace (fuori), romantica (dentro), fedele.
Quanto consideri importante l’attività social legata al blog?
Mi piacerebbe usare meno i social network ma ne riconosco l’utilità per condividere i contenuti e creare il legame, anche solo virtuale, con i miei lettori. Anzi oggi credo sia necessario utilizzarli, mentre ai miei maestriblogger, coloro che hanno iniziato diciamo prima del 2010, riconosco il grande merito di avere aperto la strada di questo straordinario modo di comunicare, all’epoca basato su rapporti diversi con i lettori ma forse ancor più fidelizzante. Non uso tutte le piattaforme ma mi concentro sulle due – tre che mi danno più soddisfazione, con i loro linguaggi e regole e sempre con qualcosa di nuovo da imparare. Non ho una pagina Facebook né un profilo Twitter dedicati al blog, ho scelto di concentrarmi sul “personal branding” per mettere la faccia sulle mie attività; su Instagram il mio nome era “occupato” e quindi ho dovuto associarlo a Gamberetta.
Quale social ti dà maggiori soddisfazioni e quale meno? Perché?
Odio twitter (ecco l’ho scritto) anche se mi rendo conto che esso mi abbia fatto vincere un concorso letterario nel settembre 2014, intercettando un hashtag quasi per caso. La sua necessaria sinteticità cozza con il mio carattere analitico, ad ogni tweet devo misurare le parole, che fatica! Lo uso sia per comunicare sia come fonte di informazione sui fatti internazionali, al mattino infatti scorro i tweet recenti dei principali giornali e riviste. Considero instagram un passatempo, un ottimo modo per parlare di turismo e di territorio efficacemente (per immagini) ed economicamente
(postando foto anche in modo compulsivo). Il massimo rendimento con il minimo sforzo. Devono essersene accorti in molti, sta crescendo così tanto che mi spaventa come fosse un nuovo grande fratello ma per me rimane un gioco e una sana occasione di incontrare nuovi amici nei numerosi eventi organizzati dalle comunità di igers locali. Facebook? Il primo social network conosciuto nel lontano 2008, ancora di ritorno da un viaggio, il più popolare e più adatto a me, se usato bene, perché non ha limiti e confini e proprio per questo riesco ad autocontrollarlo.
Che tipo di interazione hai con i tuoi lettori?
Interagisco in modo sincero, pane al pane, con scambi di battute, consigli, frecciatine. Come se fossimo seduti a un tavolo con un bicchiere di vino in mano ma, ahimè, tutto virtuale.
Che cosa ti aspetti dall’associazione e quale pensi possa essere il tuo contributo?
Bellissima idea, progetto condiviso in toto purché ci si guardi in faccia – siamo amici oltre che colleghi – stabilendo “chi fa cosa” nel migliore spirito di gruppo. Penso a quante aziende agroalimentari (il mio ambito professionale) vorrei coinvolgere per farle vedere attraverso gli occhi dei blogger, per comunicare al mondo tanti ottimi prodotti made in Italy; penso alle cantine piccole che fanno ottimi
vini e alle possibili sinergie derivanti dalla comunicazione sul web (di cui esse hanno bisogno anche se spesso si ostinano a negarlo).
Spero di parlarne presto e… partire!
Perché AITB è una nuova
bellissima avventura e un’opportunità per tutti noi!