“Il nostro cuore non è fatto di pietra. La pietra a un certo punto può andare in frantumi, sbriciolarsi, perdere ogni forma. Ma il cuore non può andare in frantumi. E questa cosa senza forma che ci portiamo dentro, buona o cattiva che sia, possiamo trasmetterla gli uni agli altri senza limiti.”
(Haruki Murakami)
Se un paese di 1000 anime vi avesse contattato chiedendo “vi va di venire a scoprire il nostro territorio? Lo sciame sismico non è finito e non sappiamo se e quando arriverà un altro terremoto ma siamo sotto al Cielo, come tutti, e abbiamo una gran voglia di normalità” voi cosa avreste risposto? No perché il primo lavoro da fare riguarda il posizionamento e la ricollocazione di una buona percezione sul web*?
Scusate, non ce la siamo sentita!
Invece di restare alle nostre scrivanie a studiare strategie digitali coordinate da un’unica regia, ci siamo messi in viaggio, armati di entusiasmo e curiosità e siamo andati sul territorio. E non in un weekend qualunque. Siamo andati in concomitanza con “Sentieri di Gusto”, “una due giorni all’insegna della promozione turistica nei Comuni di Visso, Ussita, Castelsantangelo sul Nera e zone limitrofe, con l’obiettivo di ampliare e, in parte, destagionalizzare l’offerta turistica nelle zone dell’alto maceratese, incentivare le presenze turistiche nei Comuni interessati anche in relazione ai problemi post sisma, e parallelamente sostenere e rilanciare le attività ricettive ed artigiane del territorio organizzata da Confartigianato Imprese Macerata” (a cui hanno aderito tutti i comuni e le aziende che potete leggere sul sito dell’evento).
Gli esperti di digitale sicuramente sanno quello che si deve fare o non fare in rete ma forse hanno smarrito la strada per rientrare nella vita reale, quella in cui si interagisce con la gente, la si guarda negli occhi e si cerca di capire cosa voglia in quel momento di difficoltà. Ebbene, alle decine di persone con cui abbiamo parlato lo scorso weekend (e nei giorni in cui si è svolto il bellissimo media tour #RipartidaiSibillini, cui abbiamo partecipato per gli stessi identici motivi accettando l’invito di Igers Italia) non importa nulla di posizionamento, di contenitori digitali e # di riferimento. A loro interessa RICOMINCIARE A VIVERE E A LAVORARE ma non tra qualche mese, quando sarà pronto un piano molto più articolato*, vogliono ricominciare a vivere ADESSO!
E per farlo, non vogliono parlare (sempre) di quel terremoto che qualcuno, per esorcizzare la paura, chiama terry (se foste andati a Visso, lo avreste scoperto, per dire) ma vogliono parlare (anche) della passione con cui ragazzi poco più che ventenni stanno ereditando l’azienda di famiglia unendo all’esperienza dei nonni e dei genitori, il sapere di studi universitari; vogliono parlare di quanto sia buona la ricotta calda preparata con la fatica mista all’orgoglio di chi non abbandona la tradizione e ogni giorno sfida il prodotto industriale con eccellenze del territorio; vogliono parlare di quello che bolle in pentola per il Natale che si avvicina; vogliono parlare di chi continua a credere che anche se la terra trema, quello resta il posto più bello dove vivere.
Se dare voce a questi messaggi di speranza significa fare un danno* o assecondare più la voglia di apparire che quella di aiutare*, forse dovremmo rivedere i nostri parametri di sensibilità. O forse no. Perché quando ci siamo salutati, i cittadini di Visso ci hanno abbracciato e guardandoci negli occhi, ci hanno detto: tornate presto, non lasciateci soli.
Espressi i nostri chiarimenti in merito non spenderemo ulteriori parole perché il giorno dopo certe tragedie l’unica cosa che si dovrebbe fare è stare zitti.
Ci teniamo anche a manifestare la nostra vicinanza e solidarietà a tutte quelle persone colpite da questa tragedia che abbiamo avuto la fortuna di conoscere apprezzandone l’immensa forza di volontà e voglia di tornare ad una vita normale… e alle quali di certo non importa nulla delle beghe tra esperti della comunicazione.
[*Gli asterischi si riferiscono a citazioni tratte da una nota pubblicata in data odierna che ha scaturito questo articolo che non vuole polemizzare, ma invitare tutti a una riflessione pacata e cordiale sui mille modi – tutti validi se rispettosi della dignità dei territori e delle persone che li abitano – in cui si può raccontare anche attraverso i social un momento di difficoltà. Se abbiamo frainteso qualche passaggio della nota, siamo ovviamente disponibili a un confronto. A voce, però!]
Il Direttivo